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Il futuro

Chi resiste alla tentazione di voler prevedere come andrà un appuntamento? O un colloquio di lavoro? È il nostro modo di prepararci. Di parare gli imprevisti. E poter fare bella figura. Il più delle volte, però, il pensare all’evento l’amplifica, lo complica, facendocelo apparire tortuoso, esorbitante, ingestibile. Paradossalmente i pensieri che mettiamo in campo per combattere l’incertezza, al contrario l’aumentano. Ci sentiamo sempre più timorosi ed inadeguati. Siamo certi che finirà male. E c’è difficile poi ritrovare la calma e l’equilibrio. Poiché siamo incappati in uno degli errori più frequenti della nostra mente: la lettura del futuro.
Nonostante ci appaiano adeguati e corretti, i pensieri sul futuro sono l’effetto d’una abitudine arbitraria e fuorviante. Sono illogici, inquinanti ed inutili. Il più delle volte si ritorcono contro di noi, rendendoci inquieti ed inconcludenti. E qualora diventassero parte integrante ed inconsapevole del quotidiano ragionare, potrebbero ingenerare stati cronici d’ansia e malumore e snaturare i nostri comportamenti.
Per logica dovremmo invece convenire che il futuro non esista. E quindi non è prevedibile! Tutto quello che possiamo è sospendere il giudizio. Attendere che si faccia presente. E poi attraversarlo. Fidandoci ed affidandoci a quella capacità che ci rende unici fra gli esseri viventi: l’adattamento.

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Giovedì, 20 Marzo 2025 -
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