In origine il Cinema Teatro Supercinema aveva la denominazione di Teatro Savoia, (in breve: Sala Savoia, successivamente Cinema Savoia).
Nel corso degli anni Trenta, Natale Montillo, (poi, regista e produttore cinematografico), iniziò ad interessarsi al cinema, un’arte che egli riteneva di sicuro avvenire. La sua prima sala, il Cinema Corso, era a quei tempi un circolo ricreativo cattolico e nonostante la crisi economica, che a Castellammare aveva tra l’altro provocato l’estinzione dei cinematografi esistenti, egli riuscì a rilevarne i locali con l’aiuto di un socio, impiantandovi appunto il cinema.
Nel 1931 però, tornò alla ribalta il Cinema Savoia (oggi Supercinema), dapprima sito in Villa
Comunale e poi costruito ex-novo al Corso Vittorio Emanuele.
Si creano, così, i presupposti per una durissima concorrenza e Montillo, per cercare di attrarre l’interesse degli stabiesi, si servì delle mattinate, ovvero proiezioni cinematografiche che avevano luogo al mattino dei giorni festivi, dove per sei soldi, a ciascun spettatore, oltre al biglietto, veniva offerto un palloncino ed una brioche, “naturalmente da lui stesso prodotta”. – racconta suo nipote, Donato.
Con simili premesse si può immaginare come si sia conclusa la lotta fra i due cinema: nonostante il Corso disponesse di appena 350 posti, contro i 750 del Savoia.
Nel 1934 quest’ultimo entrò in crisi, ed egli, privatosi del socio, lo rilevò in fitto l’anno successivo, passando poi ad acquisirlo definitivamente nel 1937.
Successivamente, cessate le ostilità del secondo conflitto mondiale, Castellammare venne a disporre di solo un cinema, il Savoia. Questo nome, dopo la fuga del re Vittorio Emanuele III a Pescara, fu cambiato in quello attuale, Supercinema.
Nell’estate del 2008 colpiti dalla crisi economica, i fratelli Montillo assunsero l’amara decisione di mettere in vendita il teatro. Un luogo di cultura, tanto storico quanto fondamentale per la città, lasciato in balia di se stesso e destinato a divenire un supermercato.
Poco tempo dopo, l’attore Lello Radice, anche se con pochissime risorse e la totale assenza di conoscenze imprenditoriali, spinto dall’amore per la propria città e dal forte desiderio di salvare il teatro facendo fronte alla crisi, progetta la prima stagione di Prosa del Teatro Supercinema, dopo 30 anni di inattività teatrale, in quanto all’epoca la struttura era utilizzata per lo più come cinema.
I primi anni furono duri da sostenere, anche se la città rispose positivamente all’iniziativa. Parte degli abbonamenti furono destinati alle scuole, vennero coinvolte le istituzioni, e la città ricevette il privilegio di assistere a spettacoli di importanza nazionale.
La stagione di prosa diventò negli anni di altissimo rilievo, e un appuntamento costante e immancabile per tutti gli affezionati. Le prime difficoltà nacquero nell’esatto momento in cui i contributi economici da parte delle istituzioni vennero definitivamente a mancare per dissesto comunale. Intervenne in aiuto di Lello Radice, Sal Da Vinci: “Sostenere la Stagione di Prosa è un’esigenza culturale importantissima. Ma è il secondo anno che il Comune latita. Per cui, per poter trovare i fondi per andare avanti, è nato questo spettacolo, “Insieme per il Teatro”, che darà, poi, vita ad un organismo culturale che farà vivere il teatro in città.”
Anni dopo Sebastiano Somma ricorda:” Un teatro in una città è un luogo magico, di emozioni di scambi, di cultura, di crescita. Sì, sociale assolutamente, ma anche economica. Il teatro è fonte di ispirazione per ognuno di noi, e straordinarie rappresentazioni come “Insieme per il Teatro”, sono segni indelebili che rimarranno nella storia e non potranno mai essere cancellati. Ho preso parte a quell’iniziativa nel lontano 2014, con tutto l’amore e il sostegno possibile, e se servisse lo rifarei centinaia di volte…”
Questa iniziativa rappresentò un traguardo significativo per la comunità. L’impegno collettivo portò alla rinascita del teatro, restituendo a Castellammare un importante punto di riferimento culturale.
Contribuirono tutti nel proprio piccolo e alla città fu restituito il suo teatro.
10.02.2014: “Ragazzi, siamo quasi pronti, per favore tenete d’occhio tutto. Ricordate di chiudere le porte, e siate certi che sia tutto perfettamente in ordine!”
Dai camerini una voce annuncia:
“Signori, 5 minuti!”.
Le luci in sala calano lentamente.
“Mezza sala”, porte chiuse, poi “buio”.
I rumori in sottofondo nel retropalco e il brusio della sala cessano di colpo, mentre finalmente quell’enorme sipario di velluto blu si apre.