Intervista a Dora Romano, da L’amica geniale a Imma Tataranni e indimenticabile signora Gentile in “E’ stata la mano di Dio”
Dora, sei una delle attrici italiane più apprezzate: quando hai capito che avresti fatto questo mestiere?
Non ho mai preso una decisione, volevo fare questo mestiere da bambina. Abitavo nel vico del Carmine qui a Castellammare. Stavo ore sul balcone seduta coi piedi penzoloni alla ringhiera e cantavo. Ho sempre amato cantare. Poi ho cominciato il teatro dove inizialmente ho portato la mia passione per il canto coi musical ed è avvenuto tutto così, naturalmente.
Il tuo percorso è stato ricco di successi in televisione, al cinema e in teatro. Quali sono le differenze principali che trovi tra questi mondi?
Sono nata come attrice di teatro ed è lì che ho strutturato la formazione per tutta la mia carriera. Tutto quel lavoro mi è poi servito sia per la tv che per il cinema. Quando studio per costruire un personaggio per me non c’è differenza, il processo è sempre uguale. Lavoro per entrare in un ruolo a prescindere da dove venga interpretato.
Hai recitato in diverse serie di successo. Qual è stato il ruolo più sfidante che hai interpretato finora e perché?
Più i personaggi sono complessi, più sono diversi da me, più mi diverto. Ho sempre interpretato ruoli lontanissimi da quella che sono, è questo il bello dell’attore. Solo una volta, tanti anni fa in Piccola città diretto da Ermanno Olmi sentii il personaggio molto vicino a me, non per somiglianza di ruoli ma per affinità, per accoglienza. In ogni personaggio ci metto l’esperienza che ho fatto per poi esplorare nuovi caratteri, sensazioni diverse. Il divertimento è proprio nella sfida.
Quando ti avvicini a un nuovo personaggio, come prepari il tuo lavoro? C’è un processo o una routine che segui sempre?
Parto dallo studio del copione e contestualizzo il personaggio nella storia. Lo studio e lo approfondisco in tutto il suo aspetto, le sue origini, la famiglia, il luogo in cui ha vissuto. Poi studio l’esperienza emotiva del personaggio, è una tecnica che ho appreso in America; è lì che ho imparato le tecniche dell’Actors Studio applicate al cinema; il loro metodo è un punto di riferimento per tutti gli attori che vogliono approfondire lo studio della memoria emotiva. C’è una vera e propria esplorazione delle emozioni, si evoca partendo dal testo si prosegue cercando in sé stessi qualcosa che evochi il personaggio da interpretare.
Il grande pubblico ti ha conosciuta in tv con L’amica geniale nel ruolo della maestra Oliviero e sul grande schermo nel ruolo della signora Gentile nel film di Sorrentino “E’ stata la mano di Dio”. Quanto è cambiata la sua vita dopo questo successo?
Tanto. Intanto lavoro molto di più. Il teatro purtroppo negli ultimi anni offre possibilità sempre più limitate, una volta si replicava uno spettacolo anche per un anno, ora un mese è già tanto. Indubbiamente la televisione apre le porte alla notorietà. Ho raggiunto questo successo da adulta e lo apprezzo ancora di più. Mi diverte che la gente mi riconosca per strada, mi ferma, mi fa i complimenti. Mi diverte ma allo stesso tempo mi fa strano, non mi abituo.
Ne L’amica geniale la maestra Oliviero incita Lila, una delle protagoniste, a fare grandi cose, le dice che “tutti sono bravi a fare figli e a sposarsi”… Quanto è ancora radicato nelle donne il pensiero di dover fare una scelta tra famiglia e carriera?
Nel sud, e non solo dell’Italia, è un pensiero ancora comune. Esiste ancora la pressione sociale di dover mettere su famiglia. Ma quello che più mi preoccupa tra le giovanissime è la “cultura” del narcisismo, inseguire un ideale di perfezione che non ha nulla a che vedere con l’essere donna di successo, anzi. In più questa ricerca della perfezione non è per sé stesse ma per piacere all’ altro. Questa tendenza sta facendo regredire molto la figura della donna che si mortifica inconsapevolmente alla ricerca di approvazione, è una finta esaltazione di sé.
Come vede l’evoluzione del ruolo delle donne nel cinema e nella televisione italiana?
Non vedo un miglioramento. La donna, l’attrice, ancora deve rappresentare un ideale di bellezza e col tempo sviluppa un rifiuto della propria immagine se non ritoccata. E’ un concetto che non condivido.
Quali sono i progetti per il prossimo futuro?
Proprio in questi giorni cominciamo a girare la quarta stagione di Imma Tataranni- Sostituto Procuratore. Dopodiché girerò un film con Pier Francesco Favino. A ottobre sarò al Festival del Cinema di Roma con due film: Nottefonda con Francesco Di Leva e con Il treno dei bambini di Cristina Comencini.