In questo spazio ci occuperemo di tutto ciò che in città si muove con dignità intorno alla Cultura. Inutile stare a rimpiangere il passato, sia pure glorioso: non se ne può più di quello che è diventato l’atteggiamento di tanti, troppi stabiesi, “piangersi addosso” e restare al balcone. Di quello che è stato si potrebbe parlare all’infinito, lo sappiamo; sicuramente ce ne occuperemo in futuro, se ci sarà l’occasione per ricordare, nel senso di ri-portare al cuore, per non dimenticare. Molto meglio, oggi, nel clima di confusione, smarrimento , delusione, volgere lo sguardo intorno e cogliere i segnali di rinnovamento o forse sarebbe meglio dire di resilienza… e ce ne sono tanti! Nel campo teatrale, che in un passato non troppo lontano è stato il maggior vanto della nostra città, agisce da qualche tempo e con sempre maggiore carattere ed incisività l’ Associazione culturale Alègria, voluta e diretta da Giulia Conte. L’attrice, regista ed autrice di diversi testi, è cresciuta sotto gli occhi della nostra comunità: munita di basi culturali e tecniche (la laurea in Lettere ad indirizzo Musica e spettacolo, il Diploma dell’Università Popolare dello spettacolo di Napoli) ha alle spalle un vasto curriculum; ad un certo punto ha deciso di dedicarsi interamente al suo territorio. Dopo diverse prove in solitaria, tutte di buon livello, ha radunato intorno a sé una compagnia di aspiranti attori ed attrici e di qualche professionista, veramente degno di nota. Personalmente trovo tutti e tutte in ammirevole crescita. L’attività di Alègria spazia dalla messa in scena teatrale alla presentazione di opere letterarie, si offre ad un pubblico adulto e a quello dell’infanzia. Le ultime performance sono state indirizzate ad un teatro di impegno civile e si fanno apprezzare per l’inventiva e… per il coraggio: non è facile presentarsi ad un pubblico che, prevalentemente, pensa al teatro come intrattenimento, con opere di riflessione. E tuttavia la compagnia si sta guadagnando una sua platea di affezionati proprio per questa sua peculiarità. Interpellata sui progetti in divenire Giulia ci ha parlato di uno studio sul testo di Samuel Beckett “Aspettando Godot” in versione tutta al femminile e traduzione multidialettale. Una impresa impegnativa che potrebbe rivelarsi di-vertente proprio per la di-vergenza dal famoso testo. Un altro progetto riguarda uno studio da tradursi in piece teatrale sull’ omicidio di Matteotti, in occasione dei cento anni dalla sua morte. Che dire! Di questi tempi più coraggiosi di così! In bocca al lupo Alègria! Verremo ad applaudire.
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