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Cristian Izzo: continua il successo europeo dell’attore stabiese

C’è una stella che brilla sui più famosi palcoscenici del teatro europeo ed è stabiese.
Cristian Izzo è attore, regista, drammaturgo e insegnante acclamato in Romania, Francia, Finlandia, Repubblica Ceca e Bulgaria. Ha partecipato a decine di festival internazionali, ricevendo importanti riconoscimenti. Collabora con istituzioni come la Janaceck Academy di Brno e la SAMK University di Kankaanpaa, ed è docente esterno per l’IAB di Barcellona.
Autore di raffinati versi, ha pubblicato Il poema di Diego e Dialoghi tra Diogene e il Sole .
Cristian, in questo momento sei a Barcellona, per quale progetto?
Sono a Barcellona dal 7 Gennaio e fino al 15 Febbraio, per curare la regia de “l’Ispettore Generale”, di Nicolaj Gogol, uno dei miei autori preferiti, per l’Institute of the Arts Barcelona, per cui sono anche docente di Commedia dell’arte dal 2021. Debuttiamo il 7 Febbraio, è la seconda volta che mi affidano una regia, dopo “The King Stag”, di Carlo Gozzi, l’anno scorso.
Cosa significa fare teatro oggi e vivere di teatro?
Essenzialmente fare teatro oggi è portare avanti una battaglia eroica a difesa della cultura orale, l’unica sincera e vitale, del gusto della parola scritta e parlata in maniera non mediata e mediatica, ma immediata e immediabile, impossibile da strumentalizzare perché incommerciabile in quanto vana.
Vivere di teatro significa rifiutare tutto ciò che è didascalico e troppo illuminato. Sopravvivere di teatro, invece, è più complesso perché bisogna sacrificarvi tutto e donarvisi completamente in mille modi, dovendo comunque sempre contrastare la marea di imbecilli che si dilettano ad essere creativi.
Come nasce il tuo legame con la maschera di Pulcinella?
Ero bambino quando il mio maestro di allora, Gianni Amato, che dirigeva la compagnia amatoriale in cui muovevo i miei primi passi, mi mostrò la sua bellissima maschera in cuoio e l’effetto potentissimo che provocava quando la si indossava.
Sempre affascinato da quella maschera, da adulto l’ho studiata: un attore della mia città che ebbi modo di frequentare da vicino diceva che era inutile, che era oleografica.
La verità è che non ne sapeva nulla, come tanti, come me al tempo e anche oggi continuo a scoprire sempre nuove cose.
Pulcinella è una figura diabolica e dionisiaca, panica, ancora capace di grande vitalità. Ho provato così a mostrare questa vitalità calandola nella contemporaneità. All’estero era quasi diventata sconosciuta, Arlecchino è la maschera più famosa e dominante. Non mi stanco mai di occuparmi di lui, di prestargli la mia voce e il mio corpo. È un privilegio.
Dopo Barcellona quali altri progetti ti aspettano?
Il 27 Febbraio saremo in scena al Teatro Curci di Barletta con “Fabbula d’ammore”, un concerto per cui ho scritto le parti recitate; il 7-8 Marzo terrò una conferenza a Vienna sull’uso della maschera in teatro, per la International Drama and Education Association (IDEA). Entro il 2025 vedrà le stampe un mio testo teatrale per la casa editrice romana “Progetto cultura”: la prossima estate riprendiamo il nostro tour che comprenderà Germania, Estonia, Romania, Lituania, per ora.

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Sabato, 22 Marzo 2025 -
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