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Il carciofo di Schito

In una frazione di Castellammare, a ricordarci le origini romane, troviamo una pianta che nasce esclusivamente in questi luoghi: il carciofo di Schito, una frazione della cittadina stabiese dove era notevolmente praticata l’agricoltura, che i romani chiamavano “gli orti di Schito”. Detto anche “violetto di Castellammare” questo regalo della terra ha una grande caratteristica, è privo di spine e il suo nome deriva dal fatto che le foglie sfumano man mano nel colore violetto. Viene considerata una variante del carciofo romanesco e le sue foglie sono particolarmente tenere, elemento questo che lo rende particolarmente duttile in cucina. La sua maturazione è ritenuta precoce poiché si raccoglie nel periodo compreso tra febbraio e metà maggio, ma le cosiddette mammarelle, si raccolgono già a febbraio e marzo e per tale motivo si identifica con la Pasqua, ricoperte da una protezione di terracotta. In Campania sono tantissime le ricette che lo vedono protagonista, con la pasta, come secondo, come contorno, alla brace. Il carciofo di Schito accompagnato da un buon Gragnano non vi deluderà.

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Giovedì, 20 Marzo 2025 -
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CASTELLAMMARE DI STABIA
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